In ambito ospedaliero il rischio correlato alla movimentazione manuale di carichi sussiste per diverse figure professionali, quali: infermiere professionale, operatore tecnico assistenziale e ausiliario.
Quando movimenta carichi un infermiere professionale e un OTA?
1. Quando si accudisce un paziente non autosufficiente:
- per la toilette quotidiana;
- per i pasti;
- per operazioni di mobilizzazione.
con impegno diverso a seconda del reparto considerato ad esempio:
- in un reparto di rianimazione il paziente oltre che non autosufficiente sarà anche non collaborante;
- in sala operatoria è necessario posizionare il paziente sul tavolo operatorio;
- durante le manovre di traino e spinta (barelle – letti – carrelli ecc).
2. Quando movimenta materiale:
- sia in reparto (scatole di fleboclisi, posizionamento negli armadi di materiale sanitario, ecc);
- sia in sala operatoria (contenitori di ferri e varie attrezzature chirurgiche).
Quando movimenta carichi l’ausiliario?
Nel trasporto dei vari materiali all’interno della struttura ospedaliera (farmaci, lenzuola, spazzatura).
Che caratteristiche ha il carico?
Come segnalato sopra:
- può collaborare o no;
- non sempre ha le maniglie o è facilmente maneggevole;
- il peso non è sempre corrispondente alle caratteristiche previste dal DL 81/2008 anche se suddiviso in due;
- sussistono sovente condizioni di urgenza.
Protocollo d'intervento
Prevenzione primaria: interventi sull'ambiente
Effettuata in collaborazione tra la Medicina del Lavoro e il Servizio di Prevenzione e Protezione.
- colloquio con il Caposala in merito alla tipologia di pazienti afferenti alla Unità Operativa in questione (autosufficienti o non autosufficienti, collaboranti non collaboranti), all'organico ed alla descrizione delle attività effettuate abitualmente da ciascun profilo professionale;
- sopralluogo nei vari reparti con valutazione dei diversi parametri ambientali (ampiezza porte, corridoi, bagni, possibilità di accesso ai bagni con carrozzina ecc);
- valutazione arredi (letti armadi ecc.) ausili (carrozzine, sollevatori ) ausili minori (teli ad alto scorrimento, cinture ergonomiche, rulli);
- programmazione dell’intervento di bonifica e controlli successivi nel tempo.
Prevenzione secondaria: mirata al lavoratore
Sorveglianza sanitaria effettuata dai Medici dell’U.O. Medicina del Lavoro.
Comprende:
- visita medica con particolare riferimento alla valutazione clinico-funzionale della colonna vertebrale;
- compilazione della scheda EPM (vedi conclusioni);
- eventuali accertamenti radiologici mirati;
- consulenza dello specialista fisiatra e/o ortopedico a fini diagnostici/terapeutici formulazione del giudizio di idoneità alla specifica mansione con eventuali prescrizioni;
- controlli periodici.
Formazione
Come previsto dal DL 626/94, il Medico del Lavoro deve provvedere alla formazione e alla informazione del personale sottoposto a sorveglianza sanitaria. Pertanto dal novembre 1999 è iniziato un corso di formazione sulla movimentazione manuale dei carichi in collaborazione con l’U.O. Riabilitazione e Rieducazione Funzionale e il Servizio Prevenzione e Protezione . Il corso, che raggiungerà tutti i reparti e tutto il personale addetto all’assistenza, consta di due ore di teoria e tre di pratica.
Le due ore di teoria sono tenute dal Medico del lavoro e dal Fisiatra con i seguenti argomenti:
- le basi legislative in tema di prevenzione della patologia da movimentazione di carichi (Medico del Lavoro);
- cenni di anatomia e fisiologia del rachide, rischi e patologia da movimentazione di carichi (Medico del Lavoro);
- principi di ergonomia e prevenzione della sindrome da allettamento (Fisiatra).
Le tre ore di pratica si svolgono direttamente in reparto e comprendono esercitazioni guidate da terapisti della riabilitazione.
Conclusioni
Le modalità operative succitate fanno parte di un progetto di collaborazione tra diverse Aziende Ospedaliere italiane, tra cui la nostra, ed EPM ("Ergonomia della Postura e del Movimento" dell'Università di Milano, unità operativa nata dalla collaborazione tra diverse figure professionali quali medici del lavoro, ingegneri, fisiatri).
Questo progetto, denominato Progetto Ospedali 2000, prevede l’esecuzione di valutazioni ambientali e individuali secondo modalità omogenee che permettano di evidenziare il livello di esposizione e la correlazione rischio /danno e di trarne le relative considerazioni epidemiologiche.
B) Modalità di convocazione a visita
Utenti interni:
- Il lavoratore può presentarsi direttamente in reparto in prossimità della scadenza del certificato di idoneità per l'effettuazione degli esami complementari; in quella occasione gli verrà assegnato l'appuntamento per la visita medica
- Accesso per “convocazione”:
- avviso sul terminale per la timbratura per un periodo di 15 giorni;
- successivo invio di comunicazione scritta al lavoratore in caso di inadempienza;
- in caso di ulteriore mancata presentazione a visita si procede all’invio di una comunicazione scritta al Datore di Lavoro nella persona della Direzione Sanitaria per il personale sanitario dirigente, della Direzione delle Professioni Sanitarie per il personale sanitario non dirigente e dello specifico Direttore di Struttura per il personale non sanitario.
Utenti esterni:
- Prenotazione attraverso il Centro Unico di prenotazione (CUP), per visita ed accertamenti di Medicina del Lavoro e/o idoneità; è necessaria l’impegnativa (SNN) del Medico Curante (MG), completa delle seguenti indicazioni:
- Codice fiscale
- Indirizzo domiciliare
- Sospetto diagnostico
- Eventuali esenzioni
- Timbro e firma del medico richiedente
- Prenotazione diretta per visita ed accertamenti di Medicina del Lavoro:
- Aziende Esterne (Datore di Lavoro Esterno DLE);
- Enti professionali (EP);
- Reparti Aziendali interni (richiesta da Medico Aziendale MA) contattando direttamente le Infermiere dell'accettazione o presentandosi personalmente presso il Servizio.
- Per richiesta da DLE, EP, MA occorrono:
- Codice fiscale e/o partita IVA (escluso MA);
- Sede domiciliare con recapiti telefonici;
- Precisazione del tipo di accertamento richiesto;
- Nominativi degli utenti da sottoporre a visita Indicazione della sede per l’inoltro delle fatture (escluso MA);
- Timbro e firma del richiedente.
C) Accertamento per ragionevole dubbio di assunzione acuta di alcool: protocollo di monitoraggio. Consulta il documento sotto allegato.
D) La gestione degli infortuni a rischio biologico da patogeni trasmissibili per via parenterale
Epatite virale tipo B (HBV)
Operatore | Paziente fonte negativo | Paziente fonte HBsAg positivo o con stato sierologico sconosciuto |
HBV esposto o Vaccinato "responder" (soggetto con titolo anticorporale ≥ 10 mlU/mL dopo opportuna schedula di vaccinazione) | Nessun trattamento. | Nessun trattamento. |
Non vaccinato/non completamente vaccinato/che ha rifiutato il vaccino |
Nessun trattamento urgente. Iniziare o completare primo ciclo vaccinale e controllo titolo anticorpale dopo 1 mese dalla somministrazione dell’ultima dose. NOTA BENE: nel caso in cui il paziente fonte risultasse negativo, ma esposto a rischio d’infezione, l’operatore è da inserire nel follow-up riservato ai pazienti con esposizione a fonte HBsAg positivo o con stato sierologico sconosciuto. |
Somministrazione di 1 dose di immunoglobuline specifiche HBV (HBIg) al dosaggio di 0,06 ml/Kg i.m. al più presto, possibilmente entro 24 ore dall’evento e, comunque, entro i 7 giorni e non oltre i 14 giorni dallo stesso a cura del medico competente o del medico di pronto soccorso Somministrare un ciclo vaccinale (prima dose entro le 24 ore) a cura del medico competente o del medico di pronto soccorso:
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Vaccinato "non responder" (soggetto con titolo anticorpale ≤ 10 mlU/mL dopo 6 dosi di vaccino - 2 cicli completi) |
Nessun trattamento urgente. Eseguire titolazione anticorpale anti-HBs all’operatore:
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Eseguire titolazione anticorpale anti-HBs all’operatore a cura del medico competente o del medico di pronto soccorso:
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Epatite virale tipo C (HCV)
Operatore | Paziente fonte negativo | Paziente fonte HCV-Ab positivo | Paziente fonte con stato sierologico sconosciuto |
HCV-Ab positivo | Nessun trattamento | Consulenza del medico specialista in malattie infettive o medico specialista esperto. Infatti, la gestione dell’operatore deve essere valutata in base allo stadio d’infezione risultante dal suo stato clinico e virologico. Inoltre, devono essere considerate le possibili conseguenze di un’eventuale superinfezione con genotipi virali HCV differenti da quello dell’infezione primaria. |
Consulenza del medico specialista in malattie infettive o medico specialista esperto. Infatti, la gestione dell’operatore deve essere valutata in base allo stadio d’infezione risultante dal suo stato clinico e virologico. Inoltre, devono essere considerate le possibili conseguenze di un’eventuale superinfezione con genotipi virali HCV differenti da quello dell’infezione primaria. |
HCV-Ab negativo |
Nessun trattamento. NOTA BENE: nel caso in cui il paziente fonte risultasse negativo, ma esposto a rischio d’infezione, l’operatore è da inserire nel follow-up riservato ai pazienti con esposizione a fonte con stato sierologico HCV positivo. |
Valutazione della transaminasemia (ALT), oltre che basale, a 1-3-6 mesi dalla esposizione a cura del medico competente, sentito il parere del medico specialista in malattie infettive o medico specialista esperto. Valutazione della viremia HCV-RNA a 1-3 mesi dall’esposizione e valutazione dello stato sierologico HCV-Ab a 6 mesi dall’ esposizione a cura del medico competente, ed eventuale effettuazione della genotipizzazione di HCV, sentito il parere del medico specialista in malattie infettive o medico specialista esperto. |
Valutazione dello stato sierologico anti-HCV, oltre che basale, in follow up a 1-3-6 mesi e della transaminasemia (ALT), oltre che basale, mensilmente nei primi 3 mesi e dopo 6 mesi dall’esposizione a cura del medico competente. Consulenza del medico specialista in malattie infettive o medico specialista esperto in caso di eventuale alterazione della transaminasemia o di riscontro di positività agli esami sierologico anti-HCV e in caso di paziente fonte negativo ma esposto a rischio d’infezione per la valutazione della viremia plasmatica (HCV-RNA) in corso di follow up a 1 e 3 mesi post esposizione, ed dell’eventuale effettuazione della genotipizzazione di HCV. |
D1) Come comportarsi se...
Esposizione professionale ad agenti biologici
Note pratiche per l'operatore sanitario
Esposizione lavorativa accidentale a sangue o liquidi biologici potenzialmente infetti
Nel caso di esposizione lavorativa accidentale a sangue o liquidi biologici potenzialmente infetti:
- Recarsi immediatamente presso il Pronto Soccorso per la denuncia dell’infortunio, la refertazione e la registrazione dello stesso (come previsto dalle vigenti normative); successivamente recarsi presso l'U.O. di Medicina del Lavoro per l’eventuale profilassi antitetanica ed il prelievo di sangue a tempo zero; in questa sede verrà fornito uno schema per i successivi controlli ematologici.
- Infine, per completare dal punto di vista amministrativo la pratica relativa alla denuncia di infortunio, è necessario che il dipendente si rechi presso l’ufficio infortuni.
- Nelle fasce orarie di chiusura della Medicina del Lavoro, al sabato e nei giorni festivi recarsi comunque presso il Pronto Soccorso e non appena possibile presso l’U.O. di Medicina del Lavoro.
Esposizione professionale alla Meningite a Liquor Torbido
Laddove esiste un sospetto di meningite meningococcica, in caso di contatto respiratorio stretto (esempio respirazione bocca-bocca), è indicata la profilassi con:
- RIFADIN 600mg x 2/die per 2 giorni oppure CIPROXIN 500mg in unica somministrazione.
- Inoltre l’OS dovrà:
- Durante l'orario di apertura della struttura recarsi immediatamente presso l’U.O. di Medicina del Lavoro (pad.7/T) per la denuncia, la refertazione e la registrazione (come previsto dalle vigenti normative) e l’inizio della chemioprofilassi.
- Nelle restanti fasce orarie, al sabato e nei giorni festivi dovrà recarsi presso il Pronto Soccorso.
- In ogni caso, anche quando la denuncia venga fatta al Pronto Soccorso, è necessario recarsi quanto prima all’ambulatorio di Medicina del Lavoro.
Esposizione professionale a pazienti sicuramente affetti da TBC polmonare bacillifera
Nel caso di contatto con pazienti sicuramente affetti da TBC polmonare bacillifera: segnalare l'esposizione al responsabile o al coordinatore della struttura di appartenenza che provvederanno ad attivare il protocollo previsto dalla specifica istruzione operativa aziendale.
Esposizione professionale a parassitosi cutanee
La diminuita attenzione all’igiene personale nella popolazione può favorire l’esposizione del personale sanitario a parassitosi diffusive quali scabbia e pediculosi.
Premesso che non esiste una profilassi specifica nei confronti di queste infestazioni, è opportuno mettere in atto misure preventive quali bonifica dei pazienti in scarse condizioni igieniche prima del ricovero (doccia, bonifica per inabili, ecc.), e porre attenzione all’igiene personale dei degenti invitando gli autosufficienti a provvedere personalmente e provvedendo direttamente per gli inabili.
E’ da tenere presente però che in qualsiasi momento eventuali visitatori possono rappresentare fonti di contagio successivo al ricovero.
Si rammenta l’osservanza delle norme di base quali:
- utilizzo di guanti per la pulizia del paziente;
- sostituzione dei guanti e di oggetti venuti a contatto con il paziente;
- riposizione degli effetti letterecci all’interno degli appositi sacchi.
Esposizione professionale ad altri agenti biologici
Premesso che esiste un rischio potenziale per gli Operatori Sanitari di esposizione ad altri agenti biologici, peraltro in linea di massima non superiore a quello della popolazione generale, è consigliabile:
- attuare un programma di vaccinazione anti-influenzale per tutto il personale sanitario;
- per le donne in età fertile è consigliabile uno screening nei confronti della rosolia e della toxoplasmosi;
- attuare un programma di vaccinazione anti-epatite A per il personale giudicato più "a rischio" (personale delle UUOO di Malattie Infettive, idraulici, ecc).